26/11/2018 1 Commento Le Signore del GiocoSi narra che mille anni fa le streghe consigliavano alle genti di portare le offerte alle rocce piantate nel terreno e agli alberi e alle sorgenti. Molte donne, che venivano nominate in vari modi poi stigmatizzati in 'strega', si diceva andassero in giro la notte con la Dea, che fosse nota come Diana, Erodiade o Perchta, o Wyrd, la tessitrice del destino, o la Signora del Gioco, era protagonista di tutta la ricca cultura e tradizione pagana, l'antica tradizione spirituale femminile in Europa, soffocata nel sangue e nella cenere dei roghi. Nell'impossibilità di recuperare quel lignaggio ormai perduto abbiamo scelto di darci spazi di connessione e ascolto della nostra esperienza e degli esseri senzienti, degli elementi della natura e delle nostre risate come del nostro dolore, per riscrivere, a partire dal nostro corpo "lunatico" di donne, da tutti i nostri corpi "lunatici" di donne, racconti che riscattino le nostre voci ammutolite. La ricerca storica e antropologica delle donne, anche in ambito religioso e spirituale, sostiene chi sceglie di dedicarsi alla sperimentazione di pratiche personali e collettive che mettano in gioco il cerchio e manifestino pubblicamente il sacro femminile come atto anche politico. Ci siamo messe alla ricerca di una spiritualità che abbia la sua origine nel corpo pensante e ciclico femminile, attuando pratiche di studio e connessione che permettano di ri-membrare i miti, e quindi gli archetipi, che giorno dopo giorno danno forma all'immaginario delle relazioni e quindi alla loro realtà generazione dopo generazione. Il risultato è un lavoro di intersezione fra lo studio filologico e la connessione sciamanica che richiama alla vita Persefone, Afrodite, Artemide, Vesta e Demetra, nel loro essere cantate e cantarsi, a cui si aggiunge Medusa, essere mortale e dis-integrato, narrante il vivere in un corpo femminile da duemila anni a questa parte. Sono parole coinvolgenti, profonde e soprendenti. Sono meraviglie che hanno fatto dire alle donne che le hanno ascoltate: "Grazie, ora so che non sono sola!". Quelle parole ora cercano spazi di accoglienza, che siano piazze o luoghi protetti dove le donne si ritrovano in cerchio per condividere un semplice essere che non trova occasione altrove. Se vuoi aprire il cerchio di cui fai parte a questo che è un mistero e una sfida, che è un affidarsi al simbolo e alla forza della parola e di chi la ha ascoltata dentro di sé e nel proprio manifestarsi e riportata, scrivi a [email protected]
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AutoreChi capita Archivi
Aprile 2021
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